mercoledì 1 dicembre 2010

Esercizi spirituali per presbiteri - Massa Marittima 17 novembre

Le portate di tavola

Cosa accade a cena con il Signore?  Là la Chiesa è manifestata a se stessa.

Lo Spirito santo è la novità che opera nel mondo, si unisce al nostro spirito, al nostro cuore in quanto aperto a Dio; in esso lo Spirito di Dio trova spazio. Senza la chiesa è solo passato, l’evangelizzazione propaganda; la morale schiavitù.
Nello Spirito la celebrazione è  Eucaristia.

Chiesa = porzione di umanità raccolta attorno ad una mensa: umanità conviviale. Dio in Cristo ci dà l’appuntamento a tavola.
A tavola la chiesa è un frammento che rappresenta il tutto: la chiesa celeste, quella terrestre nella sua katolika, l’intera creazione, l’arte (creazione bella operata dall’uomo). Siamo il frammento del tutto e il tutto nel frammento. Siamo costitutivamente kattolici = universali). In noi tutta la creazione ringrazia, loda.
Rappresentante del tutto.

Allargare il cuore e l’intelligenza alla comprensione di noi stessi = cosmici.

Si cantano celebrando le mirabilia Dei. Eucaristici – Dossologici

La chiesa è porzione di umanità convocata e guardata con amore da parte di chi in Gesù con il proprio nome. Il Pastore chiama per nome ogni sua pecora.
L’invito a cena è comunitario e personale al contempo. In me tutti sono guardati bene, tutti sono chiamati per nome.
I convocati scoprono che è Dio in Cristo che prepara da mangiare. Ed io di cosa ho bisogno?
1.      Perdono
2.      Saggezza
3.      Amore
4.      Comunione con il perdono, la parola, il pane: prendi e mangia.
5.      Crea stupore negli invitati e scopriamo Dio Padre che nel Fuoco dello Spirito ci dona il Cristo: Perdono Parola Pane.

Abbiamo il desiderio di questi cibi? E’ necessario accorgersi di questi desideri.
Senza desiderio incontriamo il rito, ma non a Colui che chiama e accoglie. L’obiettivo è arrivare al Tu che mi chiama, diversamente sono un fondamentalismo e faccio del male.
E’ reale il pericolo del fondamentalismo sia verso la Parola sia verso il Pane Eucaristico. Il desiderio guida all’incontro.
A cena la chiesa si comprende come convocata, chiamata, frutto di uno sguardo d’amore e un essere amore, lì guastiamo la cucina di Dio; ce li offre “apri la tua bocca” “mangia la Parola fatta Carne”.
A Tavola avviene la grande rivelazione: lì conoscono il Nome dell’Ospite. Come ti chiami? Il mio nome è PERDONO; ed io? PERDONATO; quale il compito nella chiesa e nella compagnia degli uomini? PEDONARE.

Chiesa = porzione di umanità perdonata, e nella compagnia degli uomini il Perdono continua a Perdonare.

Attenzione alla ricaduta ecumenica e sociale.

Perdono: ridare la mano destra libera dell’alleanza. Uscire da rapporti lupeschi o volpini.
Entrare in rapporti di ALLEANZA.
Elimina il muro dell’inimicizia e sono restituito al fratello nell’alleanza.
Questo è in perfetta sintonia con gli ebrei e i giudeo-cristiani, arrivando alla categoria della NARRAZIONE dell’Alleanza.

Trasformazione dalla rivelazione del Nome: nella Bibbia il suo Nome diventa il suo fare: Perdono, Germoglio, Pace …
Sta qui la “differenza” cristiana; entrare nella storia secondo il sentire e il comportarsi di Dio: PERDONO

Dio si rivela PAROLA: liturgia della Parola.
Io Sono Parola: tu chiesa sei ASCOLTO.

Dio è in principio di ogni parola: noi ascolto.
Mt 5 casa sulla roccia = chi ascolta e mette in pratica. Dio non libera dai terrori all’intorno, ma rende saldi: una vita personale-ecclesiale radicata in Lui, nella sua parola udita conservata pensata, cantata, vissuta: POPOLO DELL’ASCOLTO.
L’ascolto ci fa saldi e ci costituisce LUCE e SALE (sapere sapienza della terra)
SAPIENTI – SALDI – ILLUMINATI
Salare e illuminare la terra con la vostra vita evangelica.
I perdono mangiato – la Parola mangiata produce in noi una grande ENERGIA trasformatrice. Mc 4 come? Non è importante: basta aprire la porta.

La chiesa cresce con la Parola.

Nel Vat II è stata ripresa la grande TRADIZIONE globale della Chiesa, essa è riunita attorno alla LITURGIA e in essa Parola e Pane non mancano.

Solo l’amore rende belli e purifica! Quando sono guardato con amore, divento bello. E con la bellezza la bontà. La Confessione dono dell’amore.

Dio è il bacio dell’Amore a chi lo uccide.
Adoro solo il Padre
Ascolto solo il Padre
Servo solo il Padre

Io sono AMORE fino A: Tu sei l’Amato! Il cristiano è iniziato al suo Nome: Amato da Dio.
Amatevi come io vi ho Amato.
Energia di Dio in noi che ci fa capaci di Amare come siamo Amati da Dio.
Prediamo coscienza di essere peccatori dal fatto che non amo come sono amato, non illumino come sono illuminato, non perdono come sono perdonato. Conosco il mio peccato dall’esperienza della GRAZIA.
Pietro: Allontanati da me che sono peccatore: Ma ho posto la mia santità nella tua ombra. Il sole rischiara le tenebre e illumina la via della pace.
Riconciliato con gli altri, la natura, la morte.

Diventare progressivamente sempre di più FIGLI DEL PERDONO, DELLA LUCE, DELL’AMORE.
Che faccio? Divento cinico per la mia distanza? No, affido a Lui la mia difformità.
A Cena Dio rende contemporanea la sua azione.

Intercessione: Dio interviene attraverso gli stessi oranti. La comunità liturgica è la stessa comunità caritas.
Nell’ascolto della Parola si apprende il CORAGGIO PROFETICO. Il sabato è per l’uomo. Le istituzioni sono orientate all’uomo, e all’uomo debole.
Presente nelle istituzioni, ma libera di esprimersi profeticamente.

Mai disgiungere ciò che è nato armonico: ascolto, lode e rendimento di grazie, vivendo alla luce della Parola.

Andate, vivete ciò che avete celebrato.

Corpo (incarnazione): è nel corpo di Cristo, nel mio corpo Dio si racconta.

Passare dall’intenzione all’espressione delle intenzioni. Il corpo che racconta il cuore. CUORE sede del pensare, del sentire e del volere. Dove affonda? In quale terreno? Dal terreno buono la sanità a tutto producendo buoni frutti.
Adamo, dove sei?  Siate in me, nel mio amore Gv 15 e porterete frutto in abbondanza.
Dove dimora il tuo cuore?

Cena del Signore è il luogo del radicarci in Dio, nel suo amore.
Nell’Eucaristia appare il ministero episcopale e presbiterale: PRESIDENZA funzionale a rendere idonei i fratelli e le sorelle a compiere la testimonianza: devono preparare la mensa.

Ore 17,00

Il linguaggio può essere molteplice per indicare l’essere invitati, chiamati a tavola; altro: pellegrinaggio alle sorgenti della vita: l’agnello conduce all’acqua viva, nelle parole e gli amori di Dio. Invito ad entrare nel giardino della creazione.
E’ generato dal Padre nello Spirito Cristiforme.

Dio non offre trattati: offre l’uomo. Cristo è il nostro principio di identificazione. In lui ci leggiamo come figli amati, illuminati inviati ad amare come lo siamo noi stessi. Suppone l’iniziazione alla conoscenza del nostro io.
Eucaristia culmen et fons: culmine di un cammino e fonte di un cammino.

Eucaristia = sintesi di tutta la Scrittura. Lì l’esperienza ebraico cristiana viene celebrata e comunicata. In principio vi è un TU fuori dalla portata dell’uomo. Dio non è il frutto dei miei desideri e domande, ma è altro. Dio è al di là. E’ l’oltre. Dio è il Santo, il separato.
E’ il tre volte santo: l’assolutamente altro: abitante una luce inaccessibile. Nel suo silenzio ha deciso di farsi vicino. Per sua libera e amante scelta il totalmente indisponibile si rende vicino.
Israele innanzitutto legge Dio come il LIBERATORE, il Gohel, ascolta il gemito del popolo e decide di scendere, di farsi vicino.
E’ il TU che liberamente e per amore esce dal suo silenzio e si fa vicino liberando.
Israele lo legge oltre che liberatore dalla schiavitù, ma anche il datore della legge. I fuggiaschi diventano popolo accogliendo l’orientamento del codice dell’alleanza. Dalla schiavitù ti orienta al servizio. Da schiavo divento ALLEATO. Mi chiama ad essere conforme a lui; completamente altro dal sentire degli idoli. Israele non è avverso all’ateismo, ma all’idolatria.
La sacerdotalità di Israele è il fatto che tra le nazioni è testimone di Dio che libera, orienta, e separa dall’idolatria.
Il mio liberatore è anche il mio PERDONO. Anche nella violazione del patto allorché non lo vede più fa esperienza del perdono della colpa Es 34.

L’idolatria non è farsi un altro Dio, ma farsi un immagine del nostro Dio.
Aronne genera l’immagine del liberatore e del legislatore, si fa tutto da sé.
Reazione di Mosè: spacca le tavole, fa ingoiare l’idolo.

Il modo di farsi presente di Dio invece è la Torah: prima scritta nelle pietre e poi nei cuori.
Eterna è la sua misericordia.

Nee 9, 17 tu sei un Dio pronto a perdonare.

Nell’evento penitenziale della celebrazione eucaristica confluisce una lunga storia di perdoni. Os  Il mio popolo è duro a convertirsi, chiamato a guardare in alto nessuno sa sollevarsi. Come consegnarti ad altri, israele, Comunità festiva! Il mio intimo (l’utero=dono per qualcun altr. Dio è Padre con viscere materne) freme di compassione.
Dio invita a volare alto. Sono il Santo in mezzo a te: sono altro da te. Davanti a chi ha dura cervice tu non hai fremito di compassione, ma io si e ti accolgo nel perdono.

Ez 18,23 forse che ho piacere della morte del malvagio, o non piuttosto che desista e si converta e viva.
Dio desidera il dono del mio peccato: Dio è dono del suo perdono.

Dio aborrisce l’imbecillità. Dio tollera il peccato e gli dona il peccato. Ma l’imbecille è senza radici, pronto ad essere riempito di vuoto.

Io sono parte di una grande Tradizione a cui Dio dice in Gesù, coraggio ti sono perdonati i tuoi peccati.
Gv 1,29 E’ l’Agnello che toglie il peccato del mondo.  Non viene a spegnere e spezzare, ma ridona vita. In Gesù Dio è amico di tutti, fino a perdonare dall’alto della croce.
La celebrazione del perdono per eccellenza lo facciamo la domenica, somma di una tradizione che confluisce nel sacramento del Dio che perdona.
1 Gv 1,2 vi scrivo queste cose perché non pecchiate …. Egli è vittima … non solo per i nostri ma per quelli di tutto il mondo.
Dio è qui in mezzo a noi come datore del perdono, e nasce la chiesa che legge il suo nome come PERDONO. Costruttori di ponti di riconciliazione, di pace.

I costruttori di pace hanno fremiti di compassione e aprendo le mani all’uno e all’altro dei contendenti poi si pone anche come correzione fraterna, ma prima di tutto si fa ponte.
Cristo è antropofagia!

La Chiesa conosce colui che è perdona, fa esperienza di essere perdonata e opera il perdono.

La legge del nostro oggi è il profitto che genera la divisione e l’idolo: dannazione.

Ps 32,1 Beato l’uomo a cui è perdonato il peccato ed è rimessa la colpa.

Il perdono è tremendamente serio: è UNILATERALE.
Nasce non da colui che ha infranto l’alleanza, ma da colui che è stato tradito: nasce dalla libera decisione di Dio. E’ la vittima che perdona. E’ lui ritesse la trama lacerata.
Non viene chiesta solo la disponibilità ad ascoltare la richiesta di perdono, ma è lui stesso che va a fare riconciliazione. Non si attende il pentimento di chi ha offeso. E’ un perdono non garantito. A volte si fa il male per un eccesso di sofferenza. Si tende la destra del perdono ma non si garanti che chi ha fatto il male accolga il perdono dell’offeso.

E’ perdonato quanto è inescusabile. Il discepolo di Gesù non invoca la morte su nessuno. Il perdono è attraversato dalla speranza. Non è complicità con il male, ma forza messa in comune per uscire definitivamente dal male. Spezza la catena offesa-rivalsa.

Il perdono che fa rinascere la persona è INCONDIZIONATO.
E’ necessario che ricada anche nel sociale. = Mangiare perdona = essere creature nuove.
Il diavolo è perfetta ortodossia: sa chi è il Cristo, ma non lo segue: è il veggente che odia.
Solo Lucifero commette il peccato contro lo Spirito: vede e odia la visione. Divide, distoglie.
Dio guardando vede il peccatore e guarda con misericordia. Unisce.
Nasce non l’indifferenza verso l’altro, ma la correzione fraterna. Il desiderio è di guardare in alto, che si voli alto. Occorre aiutarsi a crescere, senza paura di potarsi vicendevolmente, perché si resta insieme. Il perdono illumina, ma è energia che trasforma e apre al grazie: ci re invia nelle relazioni umane con capacità di recupero.
La nostra Tradizione è quella dei disgraziati amati, fonte di gioia: ci è fatta grazia.
Dio toglie dagli inferi, non ci spedisce; se uno poi vuole andarci è questione luciferina.

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