Prima stazione
Gesù è processato e condannato
dal sinedrio e del governatore
Dal vangelo secondo Giovanni
12, 46-48
46Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre. 47Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. 48Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno.
Riflessione: cittadinanza
Gesù, nella Tua ultima ora la legge degli uomini ti definisce un “malfattore” e ti mette sotto accusa. Tu, che non sei venuto per condannare il mondo, sei dal mondo condannato, ma poco prima che ciò accada gridi a gran voce che Tu sei la Luce venuta per salvare tutti gli uomini ai quali dopo l’Ultima Cena dai un comandamento nuovo: “ […] come io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo riconosceranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri.” (Giov. 13: 34-35)
Nell’Enciclica Caritas in Veritate Benedetto XVI sottolinea che: “Amare qualcuno è volere il suo bene ed adoperarsi per esso. Accanto al bene individuale c’è un bene legato al vivere sociale delle persone: il bene comune è il bene di quel ‛noi-tutti′ formato da individui, famiglie e gruppi intermedi che si uniscono in comunità sociale”. Siamo cittadini di piccoli paesi di provincia così come cittadini del mondo, ma in realtà siamo solo individui preoccupati perché “io ho i miei diritti” e “le istituzioni non risolvono i miei problemi”. Ma ben altre dovrebbero essere le preoccupazioni del cittadino e del cristiano, testimone del comandamento dell’amore. Che cosa faccio io per i diritti del mio concittadino/fratello disoccupato? Che cosa faccio io per i diritti del mio concittadino/fratello diversamente abile? Che cosa faccio io per i diritti delle concittadine/sorelle vittime di violenza domestica? Che cosa faccio io per i diritti del mio concittadino/fratello migrante che scappa dalla povertà e dalla guerra? Che cosa faccio io per i diritti del mio concittadino/fratello discriminato ed emarginato?
L’amore di Dio genera amore per il prossimo, un amore che non è semplice assistenza ma azione, un amore che si traduce in cittadinanza attiva, che si sostanzia nella conoscenza dell’altro e nel coraggio delle opere. Come ci ricorda Don Sturzo, l’amore per il prossimo, principio fondante della religiosità cristiana, “ […] abbraccia tutti gli elementi della vita terrena, per vivificarli del soffio della moralità, per ordinarli ad un fine superiore, per elevarli col carattere della soprannaturalità.” La religiosità cristiana mira alla coscienza, che è il giudizio ultimo pratico dell’azione dell’uomo. La coscienza dà la moralità e la responsabilità alle azioni dell’uomo, e ad essa non può “sfuggire la vitalità pubblica e sociale, che è formata da moltissimi atti di coscienza, che influisce sull’ambiente, sull’educazione, sul diritto, sulla economia, sulla scienza, sulle arti, sulla vita intiera dei popoli.” (SINTESI SOCIALI – V)
Orazione
Guarda Dio onnipotente,
l'umanità sfinita per la sua debolezza mortale,
e fa' che riprenda vita per la passione del tuo unico Figlio.
Egli è Dio e vive e regna con te per tutti i secoli dei secoli.
Amen
Santa Madre deh voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.
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