lunedì 9 maggio 2011

VIA CRUCIS quarta sosta

Quarta stazione

Gesù è  inchiodato alla croce

Dal vangelo secondo Marco
15,33-39


Quando fu mezzogiorno, si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Alle tre, Gesù gridò a gran voce: “Eloì, Eloì, lemà sabactàni?”, che significa: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?”. Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: “Ecco, chiama Elia!”. Uno corse a
inzuppare di aceto una spugna, la fissò su una canna e gli dava da bere, dicendo: “Aspettate, vediamo se viene Elia a farlo scendere”. Ma Gesù, dando un forte grido, spirò. Il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo. Il centurione, che si trovava di fronte a lui, avendolo visto spirare in quel modo, disse: “Davvero quest'uomo era Figlio di Dio!”.

Riflessione: fragilità

Cristo sulla croce si è sentito solo, abbandonato e ha sperimentato tutta la fragilità umana. Proprio qui è il centro della grande proclamazione cristiana : una divinità che non assiste indifferente alle tragedie dell’uomo. Un Dio che, infinito ed eterno sceglie di partecipare, incarnandosi, della fragilità e della caducità legate alla condizione umana:
-la solitudine
- i tormenti nella carne
-l’ agonia dello spirito
-l’angoscia della morte
-l’apparente silenzio di Dio
Cristo sulla Croce è Icona della fragilità. La percezione del limite è dentro ciascuno di noi, è un marchio della nostra caducità. Il dolore è la sostanza della fragilità, e la fragilità genera una visione del mondo che tiene conto del bisogno dell’altro. La fragilità non è un difetto, non è sinonimo di debolezza, è la percezione che deriva dal dolore, dal senso del limite e ci apre all’amore e alla condivisione delle povertà. La fragilità conosce gli ultimi e non soltanto i forti, non crede nella potenza e nella gloria, ma nella capacità di riscatto di ogni persona che trova forza nel relazionarsi con l’altro.

Orazione

O Padre, per il mistero dell'incarnazione del tuo unico Figlio,
concedi a noi di fare tesoro delle nostre fragilità
e di servire l'uomo sofferente amando te 
compiendo l'opera che ci hai affidato.
Per Cristo nostro Signore. 
Amen

Santa Madre deh voi fate
che le piaghe del Signore
siano impresse nel mio cuore.

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