giovedì 14 giugno 2012

giovedì salmi 16 e 71

GIOVEDI’ 14 GIUGNO

ORE 17,00


Salmo 16 (15) 
1Miktam. Di Davide.  
Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.        
2Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,
solo in te è il mio bene».
3Agli idoli del paese,
agli dèi potenti andava tutto il mio favore.
4Moltiplicano le loro pene
quelli che corrono dietro a un dio straniero.
Io non spanderò le loro libagioni di sangue,
né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi.
5Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:
nelle tue mani è la mia vita.
6Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi:
la mia eredità è stupenda.
7Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;
anche di notte il mio animo mi istruisce.
8Io pongo sempre davanti a me il Signore,
sta alla mia destra, non potrò vacillare.
9Per questo gioisce il mio cuore
ed esulta la mia anima;
anche il mio corpo riposa al sicuro,
10perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,
né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.
11Mi indicherai il sentiero della vita,
gioia piena alla tua presenza,
dolcezza senza fine alla tua destra.


BIANCHI  -  BOSE

Veglia su di me, o Dio
ho fatto di te il mio rifugio
dico al Signore: “Sei tu il mio Signore
   senza te non c’è bene per me
e nei santi luminosi sulla terra
   io trovo la mia gioia”.

Sempre più numerosi sono gli idoli falsi
dietro ad essi accorrano gli atri
ma io non farò loro offerte di sangue
non invocherò con le mie labbra i loro nomi.

Signore, mia porzione, mio calice
nelle tue mani è la mia vita:
la sorte che mi spetta è deliziosa
l’eredità che ricevo è magnifica.

Benedico il Signore che mi consiglia
anche di notte istruisce il mio profondo
davanti a me tengo sempre il Signore
con lui alla mia destra non potrò vacillare.

Gioisce il mio cuore e il mio intimo esulta
anche la mia carne riposa nella speranza:
non abbandonerai la mia vita negli inferi
non lascerai vedere al tuo amico la fossa.

Mi farai conoscere il sentiero della vita
mi sazierai di gioia davanti al tuo volto:
dolcezza senza fine alla tua destra!

Attribuito a Davide, ma non di Davide, di certo composto da un levita.
Nel deserto è dato a Levi l’esercizio del culto, il sacerdote è plurifunzionale:
culto
ricordare la Legge
compiti terapeutici circa la malattia (mago – stregone – medico)
ordina la comunità sotto la protezione di Dio
Levi è senza eredità di terra. Abitano piccole borgate in mezzo agli altri.
La loro condizione devono dimostrare con la vita l’appartenenza totale al Signore.
Loro porzione ed eredità è Dio stesso!
L’orante sacerdote di questo salmo sta facendo l’esame di coscienza, e chi sia lui stesso.
E’ un sacerdote con la tentazione di avere qualcosa di fisico.
Le esigenze della sussistenza della propria famiglia lo mette nel desiderio di sicurezza con il lavoro ad altro.

Medesimo problema della Chiesa successivamente al periodo delle persecuzioni, prendendo un’importanza sociale con la tentazione di arricchirsi con i beni che appartengono non a loro ma alla comunità.

E’ anche una supplica interiore, molto personale: si rallegra nella sua solitudine

Veglia su di me, o Dio,
ho fatto di te il mio rifugio
*Nei santi luminosi sulla terra io trovo la mia gioia
**Ai santi diffusi nel paese, potenti, andava tutto il mio compiacimento
(due possibili versioni)

Nei santi, gli amici di Dio, ho messo la mia gioia: ci sto bene insieme.

Sono sempre di più gli idoli falsi (crescono) ma dietro a loro ci vadano gli altri …

Signore: mia porzione, mio calice
Nelle tue mani è la mia vita
È il centro del salmo: Adonai shelchi = mia porzione = porzione di terra toccata in eredità.
Agli altri è la terra, per me sei tu!
Ps. 73, 26 // Dio porzione
Dio tu sei CALICE = coppa, cosa rara,
Calice dell’amore (cfr Cantico) “Tu sei il mio calice, io bevo da te”
Calice dell’amarezza, della sofferenza e della morte: potete bere al calice che io devo bere
Dio versa sui malvagi un calice di vino drogato.

La mia vita sta nelle tue mani: la mia sorte è deliziosa: la mia eredità è magnifica.

Benedico il Signore che mi consiglia,
anche di notte mi istruisce, mentre dormo:
davanti a me tengo sempre il Signore
e sempre il mio intimo esulta
anche la mia carne riposa nella speranza.

Io ho fiducia in te, mi farai ancora vivere
Non lascerai che cada morto nella fossa
Mi sazi di gioia nel tempio
Dolcezza senza fine alla tua destra

FIDUCIA                   SPERANZA 

Dorme, ma non muore.
La notte, profezia della morte 
Noctem quietam et finem perfectum concedat nobis Dominus omnipotens

L’orante non ha nulla;
Nella seconda parte la Chiesa ha trovato la profezia della risurrezione:
Atti 2, 31 Pietro dice che Cristo non fu abbandonato negli inferi e la sua carne non vide la corruzione
Atti 13, 36-37 Paolo: e che Dio lo ha risuscitato dai morti … Davide morì … ma colui che Dio ha risuscitato non vide la corruzione … chi crede in lui ottiene giustificazione.
La vita eterna si è aperta davanti a lui.

Cantato soprattutto nel tempo di Pasqua.
Custodisci, signore, quelli che sperano in te
Compi in noi le tue volontà
Affinché possiamo dormire in pace
E risvegliarci nella tua volontà.


Salmo 71 (70)
1In te, Signore, mi sono rifugiato,
mai sarò deluso.
2Per la tua giustizia, liberami e difendimi,
tendi a me il tuo orecchio e salvami.
3Sii tu la mia roccia,
una dimora sempre accessibile;
hai deciso di darmi salvezza:
davvero mia rupe e mia fortezza tu sei!
4Mio Dio, liberami dalle mani del malvagio,
dal pugno dell’uomo violento e perverso.
5Sei tu, mio Signore, la mia speranza,
la mia fiducia, Signore, fin dalla mia giovinezza.
6Su di te mi appoggiai fin dal grembo materno,
dal seno di mia madre sei tu il mio sostegno:
a te la mia lode senza fine.
7Per molti ero un prodigio,
ma eri tu il mio rifugio sicuro.
8Della tua lode è piena la mia bocca:
tutto il giorno canto il tuo splendore.
9Non gettarmi via nel tempo della vecchiaia,
non abbandonarmi quando declinano le mie forze.
10Contro di me parlano i miei nemici,
coloro che mi spiano congiurano insieme
11e dicono: «Dio lo ha abbandonato,
inseguitelo, prendetelo: nessuno lo libera!».
12O Dio, da me non stare lontano:
Dio mio, vieni presto in mio aiuto.
13Siano svergognati e annientati quanti mi accusano,
siano coperti di insulti e d’infamia
quanti cercano la mia rovina.
14Io, invece, continuo a sperare;
moltiplicherò le tue lodi.
15La mia bocca racconterà la tua giustizia,
ogni giorno la tua salvezza,
che io non so misurare.
16Verrò a cantare le imprese del Signore Dio:
farò memoria della tua giustizia, di te solo.
17Fin dalla giovinezza, o Dio, mi hai istruito
e oggi ancora proclamo le tue meraviglie.
18Venuta la vecchiaia e i capelli bianchi,
o Dio, non abbandonarmi,
fino a che io annunci la tua potenza,
a tutte le generazioni le tue imprese.
19La tua giustizia, Dio, è alta come il cielo.
Tu hai fatto cose grandi: chi è come te, o Dio?
20Molte angosce e sventure mi hai fatto vedere:
tu mi darai ancora vita,
mi farai risalire dagli abissi della terra,
21accrescerai il mio onore
e tornerai a consolarmi.
22Allora io ti renderò grazie al suono dell’arpa,
per la tua fedeltà, o mio Dio,
a te canterò sulla cetra, o Santo d’Israele.
23Cantando le tue lodi esulteranno le mie labbra
e la mia vita, che tu hai riscattato.
24Allora la mia lingua tutto il giorno
mediterà la tua giustizia.
Sì, saranno svergognati e confusi
quelli che cercano la mia rovina.

Colpisce, perché cita letteralmente altri salmi.
Salmo di un vecchio che ha memorizzato tutti i salmi, non ha più capacità di dire nulla di suo, si affida alle parole degli altri salmi.
Nasciamo monaci con il salterio nelle viscere.
Sentiamo i salmi nel profondo, e alla fine anche nella preghiera personale sono versetti qui e là. (cfr l’ufficio di san Francesco).

1, 13, 24b ritorno di uno stesso versetto, voluto decisamente: la VERGOGNA, la CONFUSIONE
Non è il disonore, ma la confusione interiore:
Domine, ne confundar me in aeternum
La proviamo quando accumuliamo contraddizioni ed esperienze che non sappiamo più collegare. Esperienza della fragilità, più facilmente feribili, non più le grandi convinzioni della giovinezza. Valse la pena?

La solitudine del celibato, non più come lotta, ma è l’andare verso la morte, soli, senza più amici, senza parenti. Riaffiorano colpe antiche, come fantasmi prepotenti.

In te Signore mi rifugio, che non resti confuso per sempre
Sii per me roccia che mi accoglie, dimora a cui venire

Liberami dalla presa del malvagio
Anamnesi: dalla giovinezza tu sei il mio sostegno.
                   Nel ventre materno già contavo su di te!
                        // Ger dal ventre di mia madre tu mi hai chiamato // separato
                  
Per molti sono stato un segno misterioso: mi guardavano e non riuscivano a capire bene. Segno di contraddizione.
Ma io attingo da te l’aiuto e la forza: l’attingevo da te!

La mia bocca è piena della tua lode: ho sempre cantato, ho sempre pregato.

I nemici, chi mi spia gode, ma siano confusi e annientati quanti attentano alla mia vita.

Io non cesso di sperare
Medito sulle tue meraviglie, di te ricordo la giustizia
Fino ad oggi li proclamo, ai ventenni che arrivano io voglio annunciare le tue meraviglie.
Chi è come te?
Mi hai passare attraverso molte prove, anche nella morte,
ma nello sheol mi verrai a prendere, mi metterai in alto e ancora tu mi consolerai.

Quelli che cercano il mio male loro saranno confusi per sempre.

Ap: asciugherà le lacrime dai nostri occhi
Speranza anche guardando il terribile presente.

LXX v. 5 Signore sei tu la mia pazienza. Tu es patientia mea

Non ci abbandonare
Resi sani e salvati dalle nostre prove evidenti
Ti potremo sempre cantare sul salterio.

Ps. 90 salmo di Mosè: la nostra vita è debole, se ne va come l’ombra che declina

















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